AUTORE

Emilio Betti (Camerino 1890 – Camorciano 1968) va senz’altro annoverato tra i maggiori giuristi italiani del Novecento. Dopo un’educazione fondata sulle lettere classiche e moderne, l’arte, la storia e la filosofia, intraprese gli studi giuridici e si dedicò con passione ai temi del diritto romano. Sin dagli inizi della carriera accademica coltivò però anche il diritto civile e il commerciale (nel 1939 partecipò ai lavori per la redazione del libro IV del codice civile sulle obbligazioni), il diritto processuale, il diritto internazionale. Nel corso della sua carriera, che lo portò a insegnare in numerose sedi universitarie, ebbe modo di tenere corsi di lezioni in tutte queste discipline e di pubblicare opere pregevoli ed originali (va almeno ricordata la fondamentale monografia sulla Teoria generale del negozio giuridico del 1943). A partire dagli anni Cinquanta, s’interessò sempre più ai problemi dell’ermeneutica, sforzandosi di inserire l’interpretazione giuridica nel più ampio ordito dei problemi gnoseologici (l’opera principale è La teoria generale dell’interpretazione del 1955) ed entrando così in vivace dialettica sia con i teologi (Rudolf Bultmann) sia con i filosofi (Hans Georg Gadamer).