Ogni giorno ci viene raccontato che l’attuale modello economico è il migliore tra quelli possibili. Un modello che in cambio del benessere di alcuni ci offre crisi climatica e crescita delle disuguaglianze sociali ed economiche ad un livello sempre più crescente. Un modello di economia caratterizzato da un capitalismo senza freni e senza limiti, dove la qualità della vita viene sempre dopo la produzione di ricchezza. Un capitalismo estremo capace di partorire i famosi derivati climatici. Prodotti finanziari che consentono di scommettere sulla fine della vita che conosciamo. È un modello economico senza etica, dove in nome del profitto si può sacrificare qualsiasi cosa, ambiente, persone, futuro. Nulla e nessuno è sopra al dio denaro. Mancato abbandono dei combustibili fossili, sfruttamento del lavoro e dei paesi più
poveri, povertà dilagante e diritti negati sono diventati l’ordinaria follia. Sempre di più urge un cambio di rotta verso un modello economico etico, basato su giustizia ambientale e sociale, privo di
sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla Natura. Un modello dove la sicurezza, la dignità e la felicità dei lavoratori viene prima del profitto. Un modello dove la persona e la salute del Pianeta sono le priorità e non risorse a disposizione della finanza speculativa da utilizzare senza scrupoli. La politica ha la grande colpa di non aver guidato il processo di globalizzazione, non ha posto quei limiti legati all’etica che avrebbero messo un freno allo strapotere finanziario. Ad oggi non è la politica a svolgere un ruolo di guida dell’economia ma al contrario è questa economia deviata a guidare la politica.
Una politica indipendente dai mercati finanziari è fondamentale per un cambio verso un modello economico etico che sappia coniugare economia ed ecologia per una crescita qualitativa.
Ritorno all’economia civile. Economia etica: le origini dell’economia circolare.
