Una messa in scena posticcia

Copertina del libro: Una messa in scena posticcia
Edizioni:Paperback: € 13,50 EUR
ISBN: 9788833812397
Pagine: 226

Una corsa notturna a perdifiato per le strade di Parigi, una scanzonata coppia di amici, una vita di espedienti. Un furto maldestro e un sogno d’amore portano i pittoreschi Sorcio e Banana in un viaggio attraverso un’Europa senza confini. È l’avventura di una vita, il tanto atteso riscatto per un’intera generazione. O è forse, solamente, una confusa illusione, la fantasiosa distrazione di un Dio stanco e annoiato, capace di mettere in scena le proprie nevrosi personali attraverso la scrittura. In fondo, nessuno può separare il sogno dalla realtà.

"Esistono persone venute al mondo senza alcuna possibilità di vincere, e le riconosci subito, sono quelli impegnati a giocare e a rigiocare continuamente la partita della vita, consapevoli del fatto che tanto perderanno sempre e comunque. Non hanno nessun conforto nel proprio passato, anzi fuggono proprio da questo, abitano così il loro presente sperando però nel futuro e nella fortuna. Ma a questi più di vincere davvero piace vivere nella perpetua speranza che questo prima o poi avverrà, perché in fondo vivere sperando è sempre meglio che morire disperati. Sono calati in una forma esistenziale totalmente individualista, una sorta di dandysmo, che dona loro un irriverente distacco dalla mediocrità borghese. Sono dei ciarlatani solitari che non hanno alcuna idea di dove stiano andando. Anche se sostengono di saperlo perfettamente. Gente alle prese, da una parte, con la trivialità dell’esistenza, e dall’altra, con la missione ineludibile per ogni eroe, e cioè di campare obbedendo sempre a qualche utopia. Spesso li vedi accompagnarsi con qualcuno fortemente antitetico a loro, anzi all’opposto simmetrico dell’esistere, e camminare assieme quasi per paradosso, un po’ come succedeva a Don Chisciotte e Sancio Panza. ... Sono degli sprovveduti qualunque, ed è gente con la quale abbiamo forse anche qualche debito, un passivo che non sapevamo di avere. Ogni tanto qualcuno di loro finisce nelle pagine dei libri; persone nate in altri romanzi che continueranno la loro storia in altri romanzi ancora. Per questo i libri non bastano mai. E nemmeno gli scrittori, cialtroni anch’essi, individui confusi, che hanno semplicemente scambiato la scrittura per il loro destino. Ma anche la scrittura ha un destino, che si compie proprio attraverso chi scrive, che poi è l’unico dio del mondo contenuto nel libro che ha scritto, ed è quello di essere lo strumento più adatto, fra quelli esistenti nell’universo, per cantare la vita proprio così com’è, sempre al confine fra commedia e tragedia." Dalla prefazione di Sandro Bonvissuto

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