“È nella dissonanza di parole sovrapposte, urlate e ripetute fra le cianfrusaglie sonore quotidiane, in cui l’assenza del caos acquista il suo valore originario, aprendo la strada verso il vero ascolto del cuore. Troppo spesso incompreso, il silenzio si rivela un dolce rifugio dove poter riscoprire la pienezza di vivere, dando la possibilità allo spirito di elevarsi e aprirsi verso la bellezza di universi infiniti e sconosciuti. «Vorrei non venisse mai la notte, vorrei non venisse mai il giorno»... Di fronte allo stupore improvviso, il desiderio di fissare per sempre l’istante vissuto affiora in una richiesta sussurrata, nel fiato sospeso di un vuoto finalmente colmato. Abbandonati finalmente i macigni dell’ordinario, l’anima si innalza libera verso il cielo, guidando le mani su fogli e superfici, al ritmo incalzante del battito. Prende così forma la fragile essenza del poeta-artista che ritrova il vero senso della vita, racchiuso nella forza di un delicato filo d’erba esposto alle intemperie, ma capace di salvare un mondo appesantito e offuscato dall’effimera materialità.” Annalisa Barile